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Nuovo messaggio 06/09/2010 21.56
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"Grani di senapa" - 4° numero - il I° viaggio in Libano - 1° parte 
Modificato Da adcg  in 16/06/2011 16:08:30)

“Grani di senapa”
4° numero agosto 2010

Diario di viaggio in Libano


E’ il giorno 8 luglio 2010! Sono molto indaffarata a preparare i bagagli, perché domani partirò per la Spagna, dove farò, con Carmen, amica carissima degli “Apostoles de la Cruz Gloriosa”, un pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Squilla il telefono, e un altro amico carissimo Olivier Alberici, direttore della rivista francese “Appel du Ciel”, mi comunica che sono stata invitata con lui e Fabrice, suo fedele collaboratore, in Libano, in occasione del felice esito di un progetto molto ambizioso, in onore del Cielo: la costruzione della Croce più alta del mondo!

Subito mi sento un poco spiazzata, devo ancora terminare di fare le valigie per la Spagna…. Domattina partirò presto. Ma, come fare a dire di no?

Il Libano! Dopo aver trascorso l’ anno scorso, tre giorni a Liseaux, con Suor Brigitte e Suor Laurence, in casa di un amico comune: Jean Pierre , il sogno di visitare questo Paese era entrato in me. Esse vivono in Libano in un eremo e i loro racconti mi avevano affascinata. Tuttavia non pensavo che il sogno si sarebbe realizzato tanto presto. Dico di sì… metto da parte momentaneamente le valigie per la Spagna, e corro in agenzia, a fare i biglietti Milano-Beirut per tutti e tre, dato che conviene partire dall’ Italia.

Riesco a concludere l’ acquisto dei biglietti, alle 22 di sera, ma è fatta. Ritorno finalmente alle valigie rimaste ancora da riempire. All’ indomani parto per la Spagna e sarà una vera vacanza spirituale sulle orme di San Giacomo …

9 agosto 2010:

Al mattino presto partiamo per Milano-Malpensa, dove ci aspetta l'aereo per Beirut. Ho preso con me tutti i libri in Francese e qualche Corona rossa con un po' di Preghiere: “Coroncina dell' Amore” da offrire alle persone che ci ospiteranno. La mia mente è come sospesa sull' ignoto. Non so esattamente quello che il Signore ha programmato per questo viaggio-pellegrinaggio, ma, come al solito mi abbandono a Lui, che organizza sempre tutto bene. Dall' oblò dell'aereo in fase ormai di atterraggio, scorgiamo un insieme molto esteso di grandi edifici e grattacieli: Beirut, la grande città araba del Medio Oriente è là in basso ad attenderci. Ma... , ad un certo punto, spariscono i grattacieli ed ecco il mare, il Mediterraneo. Certamente, poiché Beirut è sul mare, ma giusto alle sue spalle ci sono le montagne alte del Libano. L'aereo fa un'ultima virata ed eccoci sulla pista! L'aeroporto non è molto grande e dopo pochi minuti, ricuperati i bagagli, facciamo conoscenza con i nuovi amici che festosi ci accolgono: Marie Joie, (Maria Gioia) Il suo sorriso e i suoi occhi scuri, resi ancora più luminosi dal kachal, che contorna i bordi delle palpebre, rendono testimonianza al suo nome. I fratelli Ibanes, spagnoli di origine, ma francesi di adozione, simpatici e dinamici, che dopo aver lavorato anni, per erigere Croci Gloriose in tutti i continenti, ora hanno realizzato il grande sogno della loro vita: La Croce Gloriosa più alta al mondo: “La Croce di tutti i popoli!” L' empatia è immediata! Poi, lasciato l' aeroporto, entriamo in Beirut e ci troviamo in mezzo a quei grattacieli visti dall' aereo. Il traffico indescrivibile di Beirut ci avvolge con una varietà di sorprendenti contraddizioni che rendono la città molto vicina alla nostra Napoli: è la Napoli Libanese. Il Signore ci attende nella Chiesa moderna dedicata a Notre Dame des Anges, per la Santa Messa in francese, delle ore 18. Dopo la Messa ci viene incontro il Parroco, francescano, che parla un poco di italiano. I nostri amici parlano con lui dell' Opera “ Dalle tenebre alla Luce” e, a mia sorpresa, si accordano per un incontro testimonianza, per il sabato pomeriggio dopo la Santa Messa prefestiva. Più tardi, al ristorante, ci incontriamo con altri tre amici: Eduard, suo fratello Richard e la piccola e dolce Rita. Tutti amici per la Croce! Siamo molto stanchi, ma subito appagati da una atmosfera di amicizia e di squisita ospitalità, che, come avremo modo di constatare in seguito, è una grande qualità di tutti i Libanesi per i quali l' ospitalità è veramente sacra. I nostri ospiti, hanno fretta di presentarci Qualcuno…, troppo importante per poter attendere a domani. A notte inoltrata iniziamo a costeggiare il mare e poi a salire fino a trovarci di fronte alla maestosa statua di: “Notre Dame du Liban”.

Una lunga scala in pietra a chiocciola ci permette di salire fino al lembo del manto della Madonna, che alta e maestosa, domina e protegge un litorale stupendo di luci e riflessi meravigliosi. L' aria ora, lontano dal traffico della città, è fresca, nella notte serena e stellata e si respira meglio. Ma, la stanchezza si fa sentire e … torniamo verso Beirut, il suo traffico ininterrotto di autovetture che sfrecciano a destra e sinistra in un vero e proprio slalom impressionante...

La casa di Marie Joie, accogliente, spalancata sulla città ancora iper attiva a causa del gran caldo, ci attende con i ventilatori al massimo... Dopo un abbraccio e la “buona notte”, tutti volentieri a letto.

10 agosto 2010:

Dopo una bella dormita, nonostante il caldo che non si placa neanche di notte, una bella doccia e una buona colazione, ecco che si parte. Saliamo verso il nord del Libano, lasciando il traffico di Beirut. Attraversiamo un accampamento di nomadi beduini, con le loro tende color terra bruciata che si confondono con la natura intorno un po' brulla e che è in assoluto contrasto con la modernità e il frenetico movimento del resto del paese. Poi su, alla volta del villaggio di Bechwat. Ma sulla strada, ci fermiamo, per fare visita ad un gruppo di persone, con il loro Parroco, che hanno iniziato un progetto a dir poco straordinario e unico: la realizzazione di un Rosario speciale: anche qui, il più grande del mondo! Il Libano, stato fra i più piccoli al mondo, ha progetti fra i più grandi al mondo!  Un uomo, in stato di ingiusta e misteriosa prigionia, durata 40 giorni, in un carcere della Bosnia, ha visto interiormente, ispirato dallo Spirito Santo, un Rosario gigantesco, che ora sta mettendo le basi e sarà visibile da lontano e da tutti gli aerei che sorvoleranno quella zona anche di notte. Un progetto meraviglioso che prevede per ogni grano corrispondente alle Ave Maria, un grande masso di pietra scolpita e lavorata a mano, e per ogni grano corrispondente al Padre Nostro, un masso più grande con un confessionale scavato nella pietra. Sarà così un cammino di preghiera e riconciliazione molto singolare ed unico. Sicuramente fra qualche anno sarà meta di pellegrinaggi e di conversione, non solo per i libanesi, ma per tutto il mondo. Rifocillati con acqua e frutta fresca, salutiamo i nostri ospiti e proseguiaamo alla volta di Bechwatt.

Il villaggio di Bechwat, piccolo e sconosciuto fino a qualche tempo fa, è ora meta di numerosi pellegrinaggi, poiché è stato visitato prodigiosamente dalla Vergine, che precedentemente si era manifestata a Pontmain in Francia, dove ora sorge una basilica di grande bellezza. Una statua della Madonna di Pontmain, vestita di blu e tutta puntinata di stelle, era stata portata in Libano e venerata. Ella apparse ad un bambino ammalato, parlò con lui e lo guarì. Oggi esiste un Santuario, dove abbiamo partecipato alla Santa Messa, ma ormai è troppo piccolo, di conseguenza accanto ne sta sorgendo un altro molto più ampio, per poter accogliere le persone che accorrono in numero sempre crescente. Il Parroco, dell' Ordine Maronita ci apre con visibile gioia le porte... Questo luogo è molto distante da Beirut, così, nel tardo pomeriggio riprendiamo la via del ritorno.

11 agosto 2o10:

 Partiamo anche questa mattina di buon ora, poiché il programma è intenso. Il nostro conduttore di oggi è Eduard. Egli ha studiato a Roma per tre anni e parla piuttosto bene l' italiano, per cui nessuna difficoltà per intenderci. La sua nostalgia per l' Italia  e il suo amore per la musica italiana sono manifesti. Il nostro viaggio sarà allietato dalle canzoni di Baglioni, Toto Cotugno, ecc.  Prima tappa: l' Eremo di Suor Brigitte e Laurence. Non vedevamo l' ora di incontrarci. L’ Eremo sorge in montagna, ma è moderno e nella sua semplicità ed essenzialità invita alla preghiera. Le due Sorelle ci accolgono da dietro la grata che divide in due parti la cappella. Ma poi, avendo ottenuto un permesso speciale, ci aprono le porte della sala parlatorio e così possiamo riabbracciarci. Suor Brigitte, francese, artista chiamata dal Signore in modo sorprendente, lascia il mondo per seguirlo nel silenzio delle montagne del Libano, dove il suo carattere dinamico si coniuga perfettamente con il suo spirito contemplativo. allo stesso tempo. Ella accoglie tutte le persone, di qualsiasi religione esse siano, per ascoltarle, confortarle e immergerle nella preghiera silenziosa dell' Eremo. “Amma”  la chiamano tutti, che in arabo vuol dire: “Madre”. Il suo motto è semplicemente: “L'Amour, l’ Amour, l’ Amour”!  Insieme a Suor Brigitte vive Suor Laurence, anche lei francese, che ascoltata in Francia la testimonianza di Suor Brigitte, lascia tutto e la segue in Libano con la sua inseparabile chitarra e i suoi canti, che ora dedica unicamente al Suo Signore. Facciamo conoscenza con una postulante, tedesca, in procinto di seguire la strada dell' Eremo. Qui si respira un' aria di vera pace...

N.B. vorrei continuare a scrivere, ma, sorpresa delle sorprese…

Sono invitata a ripartire ancora per il Libano, per la Benedizione della Croce più alta del mondo, che avverrà la notte tra il 13 e il 14 di settembre, ad opera dell' Arcivescovo di Beirut. 

Così, quando tornerò, terminerò il diario del 1° viaggio, e continuerò con il 2° viaggio….

A tutti arrivederci, con la promessa di portare tutti con me, ai piedi della “Croce di tutti i Popoli”!

 

Ecco due foto della croce di tutti i popoli, altre informazioni le trovate segueno il questo link:

http://terre-de-dieu.monsite-orange.fr/

 

 

 Di ritorno dal mio secondo viaggio-pellegrinaggio in Libano, riprendo poco per volta il diario, dal punto in cui l' avevo lasciato...

Verso mezzogiorno, lasciato l' Eremo,  saliamo a Baskinta, cittadina situata in montagna verso il monte Sannine, ove incontriamo il Padre Farid, Maronita e Parroco della Chiesa dedicata alla Santa Famiglia. Parrocchia molto fiorente, dato che si sta costruendo una nuova chiesa molto più grande. Padre Farid è il Sacerdote che in accordo con le autorità ecclesiali della Chiesa Maronita, e le autorità civili locali, ha accolto nel territorio facente parte della sua Parrocchia, la Croce di tutti i Popoli, che appunto oggi si staglia con tutta la sua imponenza di oltre 70 metri, sul monte Sannine a quasi 1800 m. di altezza. Il Padre Farid, come tutti i Libanesi, ci accoglie con molta simpatia e ospitalità squisita. E' un Sacerdote di poche parole, ma chiare: egli incarna il "si si, no no" del Vangelo. Anche il Padre Farid, accoglie l' invito degli amici, e si organizza un incontro-testimonianza dell' Opera: "Dalle tenebre alla Luce", per il venerdì dopo la Santa Messa del mattino alle ore11. Più tardi saliamo al monte della Croce più alta del mondo, e... come è facile immaginare, solo quando mi trovo davanti alla Croce, anzi dentro la Croce, solo allora mi rendo conto della sua reale altezza: pare toccare il Cielo. E' una grande emozione e... rimango là, con il naso per aria, non so quanto tempo: non ho occhi sufficienti a contenere tanta grandezza che, certo mi parla al cuore della sconfinata, infinita, Maestà di nostro Signore Gesù Cristo, di cui, molte volte, per pura Grazia, ho fatto esperienza viva interiormente! I lavori sono ancora in corso. Gli operai, forse tutti musulmani, lavorano alacremente dall' alba al tramonto, con l' ansia di terminare ogni cosa, per l' inaugurazione, con Benedizione ufficiale, che sarà celebrata con una Messa solenne, la sera del 13 settembre, vigilia della festa della esaltazione della Santa Croce. Accanto alla Croce, sorge una minuscola ed antica Cappella dedicata a San Giuseppe. Un abitante di un villaggio poco distante, di religione Ortodossa, ha voluto offrire tutto il lavoro di restauro e di ampliamento con nuovi locali per l' accoglienza, adiacenti alla Cappella, in vista di un futuro afflusso di pellegrini, che da tutti i luoghi salranno alla Croce. La Cappella si chiamerà anche: "Cappella dell' Unità". Il Signore è grande! Al desiderio degli uomini Egli risponde con il mille per mille. Penso a quanto sarà la sua "Ricompensa" a Francoise et Jesus Ibanez, che con grande semplicità ed umiltà, e tantissimo lavoro, hanno accolto nel cuore un invito dello Spirito Santo, per dare, con l' aiuto di molte altre persone da tutto il mondo, ma soprattutto in totale armonia con la Santa Chiesa di Dio, gloria concreta e tangibile alla Croce di Cristo: Unico Segno di Salvezza per l' umanità!

 12 agosto 2010

 Il Libano è terra di Santi! Questa giornata la dedichiamo alla visita dei luoghi dove sono nati o ai Conventi dove hanno vissuto alcuni di loro. Il Santo più conosciuto è San Charbel, Eremita, appartiene alla Chiesa Maronita, il cui Fondatore è San Maron. San Charbel Makhluf, nasce col nome di Joussef nel 1828 a Beqa Kafra, piccolo villaggio poco distante dalla "Valle santa": La Qadiscia", culla del monachesimo maronita nel Libano.

Baqa Kafra: Grotta dove San Charbel si ritirava a pregare da ragazzo, prima di entrare in convento. Qui scaturisce un' acqua miracolosa.

Baqa Kafra: Grotta dove San Charbel si ritirava a pregare da ragazzo, prima di entrare in convento. Qui scaturisce un' acqua miracolosa.

E'il più alto villaggio del Libano, ad una ora di distanza dai grandi cedri di Besciarre, a 1600 metri di altezza. D'inverno, la zona si ricopre di una spessa coltre di neve e cala un grande silenzio. I genitori di Joussef erano noti per la loro pieta e la loro fede. In casa Makhluf si recitava insieme ogni giorno il Santo Rosario. Joussef, come tutti i ragazzi, ben presto ebbe il compito di sorvegliare le bestie al pascolo, perciò passò fin da piccolo molte ore in solitudine. La sua compagnia preferita era un libro di preghiere..La vita eremitica ben presto diventò per lui, una seconda natura. Divenuto pofesso, fratel Charbel è inviato al monastero di Saint Cipriano di Klifane che ospitava la scuola dell' Ordine Libanese Maronita e fu discepolo del futuro santo Nimatullah Al-Hardini.  Divenuto Sacerdote, il 23 luglio 1859, il Padre Charbel viene inviato al Monastero d'Annaya. Il motto che espime la pienezza,della vocazione, secondo la tradizione monastica orientale è: "essere solo con il Solo" Questo ideale resta ben vivo nel monachesimo maronita e il nostro Santo si sente chiamato alla vita di solitudine. Ma non è che nel 1875 che il Padre Charbel fu autorizzato a ritirarsi nel suo eremitaggio in seguito ad un prodigio: una lampada si illumina nella sua cella, benchè essa contenesse dell' acqua e non dell' olio. Il suo eremitaggio si trova come di consueto nelle montagne. Visitando questo luogo così austero e la sua cella di eremita, ci si rende conto del carattere determinato alla santità, di Charbel che dormiva su un duro pagliericcio ed aveva come cuscino un pezzo di tronco d' albero, e poco più per vivere. Il suo alimento era la preghiera cuore a cuore con l' Assoluto. Il 16 dicembre 1898, mentre celebrava la Santa Messa delle ore 11, al momento della Elevazione, Padre Charbel viene colto da paralisi e la sua agonia dura otto giorni. La vigilia di Natale, il 24 dicembre 1898 San Charbel rende per sempre e totalmente la sua anima a Dio! Aveva 70 anni. Fin da subito fu considerato da tutti un Santo! Dopo la sua morte il corpo di San Charbel è rimasto intatto e traspirava normalmente lasciando attoniti i medici, gli uomini di scienza e i semplici fedeli.

Tomba di San Charbel

Un fenomeno unico nel suo genere. Si può ben dire che il suo corpo non ha conosciuto la corruzione!Questo fenomeno soprannaturale durò fino alla sua Beatificazione, avvenuta il 5 dicembre 1965, con Papa Paolo VI e 2.300 prelati riuniti a Roma per il Concilio Vaticano II. Dopo il 1965 il suo corpo si decompose semplicemente, ma non si sentì mai odore di cadavere aprendo la sua tomba, ma piùttosto un profumo aromatico. Nel 1977, quando venne riaperta la tomba, le sue carni erano interamente sparite. Non rimaneva che lo scheletro, ma totalmente intatto; le ossa come fossero fresche e per nulla deteriorate. Molti miracoli e guarigioni sono avvenuti per intercessione di San Charbel, ma i miracoli più grandi sono le innumerevoli conversioni. San Charbel è stato dichiarato "Santo" nella Basilica di San Pietro a Roma, ancora da Paolo VI, il 9 ottobre 1977. I maroniti libanesi, giunti dall' Oriente e da tutti i continenti erano circa 35.000, ma erano presenti delegazioni di tutte le confessioni anche mussulmane e 300 Cardinali e Vescovi latini giunti a Roma per il Sinodo, che non cessavano di ripetere: " Mai avevamo visto una cerimonia tanto grandiosa!" Da parte mia, non avrò dato mai sufficientemente grazie e lode a Dio, per il privilegio di visitare i luoghi da lui vissuti e sostare presso la sua tomba. La sua "presenza" è tangibile!  L' olio benedetto di San Charbel, con l' incenso del Libano, che viene offerto a tutti i pellegrini che visitano la sua tomba, è molto richiesto ed è il dono più prezioso, che si porta ad amici e parenti. Ora nella mia casa custodisco preziosamente,  un po' della grandezza e della Santità di San Charbel, in una reliquia del suo corpo, dono grande e insperato di un amico Religioso Libanese. Lode al Signore per il Santo Charbel!

San Charbel Makhluf

San Charbel, benchè canonizzato per primo, fu discepolo di un' altro grande Santo Libanese: Ni'matullah Kassab Al-Hardini. Il Padre Al-Hardini venne alla luce con il nome di Youssef, nel 1808 nel villaggio di Hardine, sulle montagne al nord del Libano, a mille metri di altezza. Egli era il quarto di sei figli, quattro maschi e due femmine. Tre dei ragazzi e una delle ragazze seguirono la Vita religiosa. Fece i suoi primi studi alla scuola del Monastero Saint Antoine de Houb, appartenente all' Ordine Maronita, dove conobbe la bellezza della vita monastica, e la gioia di restare fedele alla Chiamata di Dio. Adolescente lavorerà la terra per aiutare la famiglia, ma a venti anni abbraccia la vita monastica entrando nell' Ordine Libanese Maronita. Egli si rivela molto intelligente e pio, e verrà inviato al monastero di San Cipriano di Klifane, dove si trova la scuola dell' Ordine. Fece negli studi, progressi tali da far si che gli stessi suoi compagni, fossero allo stesso tempo, suoi discepoli, che lui aiutava sempre volentieri. Nel 1833 fu ordinato Sacerdote e raddoppiò il suo zelo negli esercizi di pietà e nella pratica delle virtù. Nell' Ordine Maronita, vige la regola: "Ora et Labora". Quando aveva finito il suo lavoro materiale o intellettuale, veniva visto in Chiesa, inginocchiato, il viso coperto dal suo cappuccio, orante con ardore, compostezza ed umiltà. Fu un grande maestro e professore di teologia!  

Ma,iI Padre Ni'matullah Al-Hardini era noto per le sue numerose virtù.
Innanzitutto per la virtù della pietà, e poi per l' obbedienza, la povertà, l'umiltà,la carità, la pazienza, la sua discrezione, il suo coraggio e infine il suo distacco. Egli era staccato da tutto, persino dai suoi parenti, incarnando le Parole del Vangelo: “ chi ama suo padre o sua madre più di me non è degno di me” (Mt, 10-37). Allo stesso modo era conosciuto per i prodigi e i miracoli che egli otteneva dal Cielo, attraverso le sue preghiere e soprattutto dopo le sue Benedizioni..
Egli morirà il 14 dicembre 1858.
La sua santità, era talmente grande,che sia in vita che dopo la sua morte e ancora oggi, i maestri di novizi e i direttori delle scuole, non cessano di indicare: “il Padre Al-Hardini” come un modello da seguire. Hanno addirittura inventato un verbo: “hardana”, che in arabo significa: “diventare come Al-Hardini”
Il Padre Ni'matullah Kassab Al-Hardini sarà dichiarato Beato a Roma dal Papa Giovanni Paolo II, la domenica 10 maggio 1998, anniversario della visita del Santo Padre in Libano (10 maggio 1997).
Il Beato Ni'matullah Al Hardini, sarà canonizzato e dichiarato Santo per la Chiesa universale, a Roma,  ancora dal Papa Giovanni Paolo II, il 16 maggio 2004.
Il suo corpo è rimasto incorrotto, intatto e senza alterazioni.
Le visite dei fedeli alla sua tomba non si sono limitate ai primi anni. Il Padre Al-Hardini, ha in un certo senso, fondato una scuola di santità dentro l' Ordine. Al monastero di Klifane si registrano afflussi costanti sia di credenti che di mussulmani, sunniti, schiiti ed altri. Anche ai nostri giorni, i fedeli ricchi o poveri, notabili o gente semplice, accorrono alla sua tomba, come confermano i registri.

 

continua nella seconda parte del racconto del viaggio, segui il link

 
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