René Laurentin
(da «Chrétiens magazine», decembre 2003)
Ho ricevuto la visita di A., un’italiana che riceve messaggi accompagnati da immagini, circa due volte al mese attualmente.
Lei si è fermata davanti al mio piccolo libro: Che cos’è l’Eucaristia. Questo titolo l’ha colpita perché una delle raccolte dei suoi messaggi si intitola: Chi è l’Eucaristia. La nostra inten-zione e la nostra percezione sono identiche, ma lei va più diret-tamente a Cristo e io, in occasione di un Congresso Eucaristico, sono partito da quella parola per portare a Cristo che solo conta.
La parola «Eucaristia» significa soltanto rendimento di grazia per il dono supremo di Cristo (letteralmente «buona grazia» per-ché il prefisso «eu» significa buono e «caris» significa grazia nel senso ascendente e discendente, grazia gratuita da Dio e azione di grazia che esprime la nostra riconoscenza).
Come teologo cerco di spiegare metodicamente.
Per far capire i suoi messaggi semplici e concreti, A. va di-rettamente e semplicemente a Cristo con una ispirazione traspa-rente.
Tutto iniziò a Rimini nel 1992, durante la Santa Messa, A. chiese a Maria di accompagnarla per ricevere più degnamente Gesù. Immediatamente lo Spirito Santo le ha lasciato questa immagine nel cuore:
«Maria mi prendeva per la mano e con Lei salivamo sempre più verso l’alto. Davanti a noi vedevo un grande Calice e sopra un’Ostia altrettanto grande. Attraversavamo insieme questo Ca-lice e questa Ostia e ci trovavamo allora in una Luce intensa, che io compresi essere la Luce dello Spirito Santo, in presenza del Padre».
Impossibile descrivere con delle parole tale trasparente rive-lazione.
Questa mi faceva capire semplicemente l’essenziale del Mi-stero dell’Eucaristia perché è meno il Cristo che scende per met-tersi nell’Ostia, chi realizza la sua Presenza totale e perfetta, che noi che saliamo e che siamo attirati verso di Lui come canta la liturgia orientale:
«Siamo con te, o Cielo,
è meno tu che scendi così intimamente in noi».
Siamo noi che ci siamo innalzati spiritualmente e realmente fino a Lui.
Tutte queste immagini sono più vicine al pensiero di Dio, che al pensiero degli uomini.
Il 14 maggio 2001, A. scrive: «Durante la Santa Messa Gesù parla al mio cuore:
“Dopo la Messa e il Rosario fermati ancora:
vorrei parlarti”».
E mentre lei aspetta il suo messaggio:
«Vedo la porta del tabernacolo aprirsi quasi con violenza e una Ostia grande vivente e luminosa, molto più grande della stessa porta del tabernacolo, spinge contro l’apertura come per uscire di forza dal Tabernacolo».
Sente la voce di Gesù:
«Presto non abiterò più nei tabernacoli…
Tutti gli uomini debbono sapere
“Chi è l’Eucaristia!”
Farai dipingere questa immagine da C.T.
Una volta ancora è per mezzo di una donna
che desidero comunicare questa immagine al mondo».
A. spiega:
«Questa immagine rapisce il mio cuore perché rivela la storia e il compimento della nostra salvezza, in quanto che conclude la rivelazione con la promessa di “cieli nuovi e di terra nuova”».
E Gesù stesso afferma: «Io vengo presto».
Ciò che indicava già l’Apostolo Paolo dicendo: «Ogni volta che mangiate questo pane e bevete questo Calice voi annunciate la morte del Signore finché verrà».